La storia

Museo della Felicità

La Fondazione Casa del Volontariato di Carpi si è voluta interrogare sul tema della felicità in una fase, come quella della pandemia da Covid-19, in cui il volontariato ha avuto bisogno di riflettere sul senso profondo del proprio agire. Ne è nata una importante riflessione collettiva sul significato del termine felicità, a cui la Fondazione ha voluto dare una forma fisica sotto forma di Museo: un percorso didattico e di scoperta che permetta a tutti di comprendere come sia possibile individuare nella felicità un concreto obiettivo personale, sociale e civico a cui tendere.

Il viaggio ha tracciato tre step progettuali che hanno contribuito a realizzare, per livelli di riflessione interconnessi, gli allestimenti dei tre piani del Museo che si snoda lungo le pareti della Casa del Volontariato.

Il primo step progettuale ha avuto come focus la felicità individuale e ha portato all’allestimento del primo piano del Museo, grazie al contributo dei cittadini che hanno raccontato, attraverso immagini, che cos’è la felicità.

Il secondo step ha voluto accendere un faro sulla felicità nella sua dimensione sociale ed è stato caratterizzato dalla diffusione sul territorio di pratiche di felicità collettiva grazie a due elementi del secondo piano del Museo: il temperino della gratitudine ed il campo della gentilezza.

Il terzo step ha abbracciato nel 2023 la felicità nella sua dimensione civica e ha visto come protagonista del viaggio una call alle realtà del territorio per divenire luoghi generativi di felicità. Ciò che è accaduto lo racconta il terzo piano del Museo.