La felicità è un lavoro?
La felicità è il denaro, così da poter comprare tutti i beni materiali capaci di darci benessere?
La felicità è sorridere agli eventi che mi regalano gioia?
Cosa accade quando si perde il lavoro da un giorno all’altro?
Cosa accade quando il denaro finisce?
Cosa accade quando nulla è capace di scatenare un sorriso, di dare sicurezze e rispondere al nostro bisogno di certezze?
Citando il sociologo Bauman “la felicità non è l’alternativa alle difficoltà e alle lotte della vita. L’alternativa a queste è la noia. Si raggiunge la felicità quando ci si rende conto di riuscire a controllare le sfide poste dal fato”.
Non dunque una felicità frivola, effimera, ma una felicità che viene dal superamento dei problemi, dal dare nuovi significati e attraversare le difficoltà. Una felicità che diventa responsabilità individuale, più complessa da raggiungere rispetto a quella che deriva dal soddisfacimento di un piacere, dall’acquisto di un bene, dal ricordo di un momento passato, ma una felicità alla portata di tutti.
Questa felicità si costruisce e allena nel tempo ed è strettamente legata al concetto della Psicologia Positiva di dare vita alla propria fioritura, allo sviluppo di sè stessi, della propria proattività e autodeterminazione rispetto al futuro.
Ecco dunque la strada che è stata scelta: coltivare nella quotidianità gli ingredienti costitutivi della felicità indipendentemente da ciò che accade nel qui e ora delle nostre vite. Scelta che va allenata ogni giorno, scelta che richiede un cambiamento di prospettiva: non sono gli eventi che mi accadono a determinare la mia felicità/infelicità ma i significati che io attribuisco a essi e come rispondo ad essi.
E quali sono quindi gli ingredienti costitutivi della felicità?
Ci aiuta a introdurre il tema Martin Seligman: illustre docente di psicologia alla Penn University di Philadelphia, considerato il fondatore della Psicologia Positiva.
Nel 2000 pubblica un articolo importantissimo sull’American Psicologist dove spiega che cos’è la psicologia positiva partendo da una domanda potente: cosa fa sì che alcune persone riescano a essere sorprendentemente contente e realizzate anche se si trovano in condizione avverse, particolarmente dolorose o difficili? Se ci sono persone che nonostante le difficoltà hanno delle abilità ad affrontare la vita, allora queste abilità vanno studiate ed insegnate ad altri.
La psicologia positiva inizia a studiare così le condizioni e i processi che contribuiscono al flourishing, o stato ottimale del funzionamento delle persone, dei gruppi, delle comunità
Seligman non definisce cosa sia la felicità ma identifica alcune strade per crearla, che identificano altrettante direzioni scientifiche per indagarla, mettendo a punto il modello PERMA o Teoria del benessere.
PERMA è un acronimo e racchiude i 5 fattori principali su cui si basa questa teoria, che rappresentano 5 costrutti, 5 competenze da allenare, 5 ambiti su cui porre attenzione nelle nostre vite quotidiane.
P “Positive Emotions”. Emozioni Positive
E “Engagement”. Coinvolgimento e impegno
R “Relationships”. Relazioni significative
M “Meaning and purpose”. Significato e scopo
A “Accomplishment”. Realizzazione e senso di soddisfazione